Imprese riciclo, Assorimap: dal Mase serve una svolta
L'Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche: ci preoccupa che il Ministero, nell’incontro del 25 novembre scorso, non abbia fatto proprie le soluzioni concrete da noi proposte per arginare la crisi del comparto del riciclo delle plastiche”, prosegue Regis.
“Il mercato è paralizzato e l’emergenza denunciata mesi fa non è rientrata: al tavolo del prossimo 22 dicembre convocato dal Ministero dell’Ambiente, ci aspettiamo una svolta”. Walter Regis, presidente di Assorimap, l’Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria, lancia un appello in vista del nuovo confronto al Mase.
“Ci preoccupa che il Ministero, nell’incontro del 25 novembre scorso, non abbia fatto proprie le soluzioni concrete da noi proposte per arginare la crisi del comparto del riciclo delle plastiche”, prosegue Regis.
Rispetto alla situazione di stallo denunciata, il confronto di un mese fa non ha generato prospettive di inversione di tendenza. “Le nostre proposte, dai certificati bianchi ai crediti di carbonio, non hanno trovato alcun riscontro operativo”, spiega il presidente.
Il ministero dell’Ambiente ha indicato come via d’uscita dalla crisi del settore l’attivazione di un credito d’imposta per gli utilizzatori di plastiche riciclate, con modalità e importi ancora da definire.
Una misura che, secondo l’Associazione, oltre a richiedere tempi lunghi di notifica alla Commissione europea, non risponde alle attuali necessità delle aziende del riciclo.
“Affidarsi a questo strumento”, spiega infatti Regis, “significa lasciare ad altri soggetti la discrezionalità di scegliere il riciclato in alternativa al prodotto vergine, senza affrontare il nodo dei costi di produzione né contrastare la minaccia delle importazioni low cost asiatiche”.
La svolta necessaria per uscire dalla crisi deve essere immediata e strutturale: “Chiediamo al Governo di seguire l’esempio di altri Paesi europei e di adottare subito una misura semplice, a costo zero per lo Stato, che garantisca quote obbligatorie di utilizzo nella produzione e difenda la qualità del made in Italy: anticipare al 2027 le disposizioni del regolamento Ue PPWR sul contenuto minimo di riciclato negli imballaggi”.
La situazione della filiera nazionale resta critica. Il rischio di collasso, che coinvolge l’intero circuito della raccolta differenziata, non è scongiurato. “Le imprese che non versano già in situazioni economiche gravemente compromesse, rimangono in una stasi forzata, non per scelta ma per necessità”, conclude Regis: “La filiera è ancora in balia di un mercato che non assorbe la plastica riciclata, costringendo a una produzione in perdita”.
Un quadro che minaccia di vanificare investimenti e competenze, mettendo a rischio l’intero sistema-Italia.







