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Una società pubblica per estrarre materie prime critiche dai RAEE?

La proposta del senatore Cioffi di creare la Miniera Nazionale S.p.a., interamente partecipata dallo Stato, che provveda all'estrazione delle materie prime critiche dai rifiuti elettrici ed elettronici, mette in allarme associazioni e consorzi di filiera che si dicono contrari.

Una società pubblica per estrarre materie prime critiche dai RAEE?

Un emendamento del senatore 5 Stelle Cioffi al decreto legge sul Pnrr stabilisce la costituzione della Società Miniera Nazionale S.p.a., interamente partecipata dallo Stato, con il compito di “provvedere all'estrazione delle materie prime critiche dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), applicando le migliori tecniche disponibili al fine di assicurare il rispetto delle norme ambientali, nonché di promuovere e supportare progetti di ricerca e innovazione nell'ambito dei processi di sfruttamento e trasformazione delle medesime materie prime”.

Erion, il sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, è contrario alla proposta di emendamento presentata nella giornata di giovedì 26 maggio dal Senatore Andrea Cioffi, in merito alla Costituzione della società pubblica Miniera Nazionale S.p.a. per l’estrazione di materie prime critiche dai RAEE.

“Da anni chiediamo alle Istituzioni di aprirsi all’ascolto delle esperienze di chi, con competenza, prova a “fare” per migliorare la filiera dei RAEE.  La proposta di istituire una Società interamente partecipata dallo Stato ci fa pensare che non solo questo dialogo continui a mancare, ma che non ci sia neppure la volontà di favorirlo.  Ascoltare gli stakeholder, confrontarsi con loro, immedesimarsi nel loro punto di vista, valutare i pro e i contro delle proposte, e poi decidere: questo dovrebbe fare la politica. Lo Stato non dovrebbe farsi imprenditore, bensì regolare il mercato attraverso leggi semplici, chiare e immediatamente applicabili” ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE.

“Quello che manca al settore dei RAEE non sono gli imprenditori, ma iter semplificati e tempi brevi per le autorizzazioni dei nuovi impianti, certezze sull’end of waste delle frazioni, sostegni economici e fiscali per contrastare la pressione competitiva dei produttori di materie prime vergini. Strumenti di controllo, un contrasto efficace del fenomeno dei flussi paralleli, il ripristino del Comitato di Vigilanza e Controllo, dimissionario e non sostituito da oltre due anni: queste sono le risposte che da tempo chiediamo alle Istituzioni. La creazione di un nuovo ente di proprietà dello Stato non porterebbe alcun valore a una filiera in cui già operano imprese private che rappresentano un’eccellenza a livello europeo in termini di competenze e know-how. Una filiera che funziona e che – se adeguatamente supportata – saprà innalzare i già ottimi risultati di riciclo che riesce a ottenere; una filiera che potrà inoltre rafforzarsi grazie ai 150 milioni di euro stanziati nell’ambito del PNRR per progetti Faro nell’economia circolare” ha concluso Arienti.

Sulla stessa linea anche Assoraee che ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico per denunciare i rischi collegati alla proposta di creazione di una società pubblica che provveda all'estrazione delle materie prime critiche dai RAEE.

“È evidente”, si legge nella nota di Assoraee “che l’estrazione delle materie prime critiche dai RAEE assume oggi sempre più rilevanza strategica anche in funzione della politica degli approvvigionamenti sicuri e sostenibili delle materie prime. Tuttavia, “statalizzare” l’attività di estrazione delle materie prime critiche dai RAEE, e in altre parole il trattamento stesso dei RAEE, oltre ad apparire un’iniziativa di dubbia utilità (oltre che costosa), risulterebbe controproducente in quanto significherebbe sottrarre al mercato un settore in cui non mancano certo le tecnologie, le competenze imprenditoriali e le professionalità, sviluppate nel corso di lunghi anni e quindi non improvvisabili. Lo dimostrano gli elevati standard di certificazione a cui le aziende di trattamento iscritte nell’elenco del Centro di coordinamento RAEE sono tenute a conformarsi, così come gli eccellenti risultati di recupero e riciclo raggiunti dal settore (intorno al 90% dei quantitativi trattati)”.

Assoraee ritiene che, in una materia così complessa e delicata come quella delle materie prime critiche ricavabili dai rifiuti, sarebbe molto più utile che lo Stato si concentrasse sull’attuazione e sull’applicazione delle normative esistenti, sull’esercizio delle competenze previste dalla legge, come la vigilanza ed il controllo del sistema RAEE e la definizione dei decreti attuativi (come ad esempio quello per l’End of Waste), nonché sulla semplificazione dei complessi iter procedurali a cui sono sottoposte le imprese, che oggi rappresentano il più grave ostacolo all’economia circolare.

Per quanto riguarda infine la promozione ed il supporto a progetti di innovazione e ricerca, che è il secondo degli obiettivi che dovrebbe perseguire la Società in parola, si condivide il principio ma si ritiene che tale obiettivo potrebbe essere raggiunto implementando - eventualmente con risorse aggiuntive - gli strumenti esistenti, come ad esempio il credito d’imposta ricerca e sviluppo e innovazione tecnologica per la transizione ecologica.


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