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Rifiuti, quanta fatica si fa a spostare un bidone? Arriva test per scoprirlo e prevenire infortuni

Al via un monitoraggio di 10 operatori in Piemonte per capire quanta fatica effettiva fanno i netturbini nei percorsi di raccolta dei rifiuti porta a porta: al lavoro un consorzio di Cesena e due atenei.

Rifiuti, quanta fatica si fa a spostare un bidone? Arriva test per scoprirlo e prevenire infortuni

Quanto faticano gli operatori impegnati nella raccolta dei rifiuti porta a porta. E come dunque pensare a migliorare la loro condizione di lavoro e quindi di vita. Formula Ambiente, Consorzio cesenate che si occupa di rifiuti, Università di Ferrara e Policlinico di Milano si alleano per dare un valore numerico alla fatica. Attraverso un monitoraggio di 10 operatori del cantiere di Novi Ligure in provincia di Alessandria. A ognuno di loro, spiega alla stampa collegata in videoconferenza il medico del lavoro Natale Battevi, verrà fornito un cardiofrequenzimetro che indosserà per tutto il turno di lavoro per raccogliere i dati del consumo di ossigeno e della frequenza cardiaca. Queste informazioni verranno confrontate a quelle del peso di ogni mastello o di bidone carrellato, alla distanza cui deve essere trainato o spinto a mano dall’operatore, al numero di salite e discese dal mezzo, grazie a un sistema gps.

Le azioni di traino, spinta e sollevamento dei mastelli creano una “percentuale rilevante” di infortuni sul lavoro che potrebbero essere limitati o eliminati se i turni e i percorsi venissero creati tenendo conto della “fatica oggettiva” che ogni percorso, nelle diverse stagioni, comporta. Da qui la misurazione della quantità di ossigeno consumata durante il lavoro. Saranno monitorate 120 giornate lavorative tra fine luglio e agosto, tra ottobre e novembre e a fine gennaio, proprio per tenere conto del clima, e la relazione sarà pronta a maggio. I lavoratori vanno dai 25 ai 55 anni.

Si potrà così migliorare i documenti di valutazione del rischio, con un’attenzione anche all’aquisto dei mezzi. Anche perchè, lamenta, “le gare di appalto tengono poco in conto gli aspetti relativi a salute e sicurezza”. “Daremo un contributo all’attività dell’azienda e in generale al settore”, commenta l’amministratore di Formula Ambiente Marcello Rosetti, e “partire nella fase post Covid è anche un ritorno alla normalità”.

Da parte del Consorzio “c’è la disponibilità ad allargare il campione, anche ad altri territori, vedremo in corso d’opera”. Riccardo Casadei e Marco Cerbai studiano per Formula Ambiente dal 2014 i vari dati connessi all’attività di raccolta porta a porta, dai tempi ai pesi, tenendo conto anche della pavimentazione e della pendenza. Con l’obiettivo di “trovare elementi e misure di prevenzione per le generazioni future a tutela della salute”.

È un “progetto interessante e ce ne sono altri”, commenta Massimo Cenciotti della Cgil, mettendo in luce che “la sbornia ambientalista è poco attenta alle dinamiche del lavoro”. questo tipo di attività, aggiunge, provoca danni muscolo-scheletrici, ma anche questioni cardiache, si fa “uno sforzo importante che non fa invecchiare bene”. Paolo Modi della Uil conferma che c’è “un problema di impostazione delle gare”, mentre Angelo Curcio della Cisl sottolinea quanto sia “importante creare buone pratiche da esempio per i territori. Un’alta percentuale di differenziata va correlata ala sicurezza”.

Fonte: di 


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